Marketing aziende familiari

Piccole aziende familiari: le radici non devono essere catene

Quale migliore occasione per evolvere, per un'azienda, se non quella del passaggio generazionale?
Cosa troverai in questo articolo

Adoro le aziende familiari.
È indiscutibile.
Adoro quando l’attività che ha permesso la crescita di un bambino diventa il lavoro di quel bambino da adulto. Lo trovo romantico e rassicurante.
Adoro quando tutto questo è una scelta, quando lo si vuole con la forza e con il cuore, magari contro ogni probabilità.
Adoro quando i figli credono nell’attività dei genitori anche quando loro stessi non ci credono più, magari sfiniti dalle mille difficoltà quotidiane di questo scorcio di nuovo millennio che ogni tanto sa già di vecchio.
Adoro anche quando si rischia, si crede, si persevera e si cambia.
Sì, perché si deve cambiare, anche e soprattutto quando si eredita un’attività di famiglia.
E non sempre è facile.

Me ne accorgo quando ho a che fare con clienti giovani, che ricevono in consegna dalla famiglia d’origine un’attività creata con amore, sacrificio costante e guanti di velluto. Confezionata con talmente tanta fatica, che la confezione, il pacchetto, l’immagine e anche l’anima di quell’attività sembrano fatte di ghisa, ormai. Immodificabili, intoccabili, grevi e permanenti.

L’identità storica è molto importante e non va dimenticata.
Le radici sono fondamentali, ma non devono diventare catene.

Italia, cara Italia. Famiglia, cara famiglia.

In Italia, spesso, le micro aziende familiari, quelle sotto i 25 dipendenti, che adesso passano di mano alle generazioni dei trentenni, sono cresciute in un momento di ottime condizioni economiche, quelle degli anni ’80. Hanno la stessa età di chi le sta prendendo in gestione, ma sembrano incredibilmente più vecchie. Il contesto in cui sono cresciute le ha rese statiche, convinte della propria identità fino a non saperla comunicare in altro modo se non quello in cui si sono adagiate. Sono vincolate a schemi mentali rigidi, a procedure “sicure”, limitando le possibilità di crescita solo perché ritenute “non appropriate” al proprio business. Non si sa secondo quali canoni, se non quelli dell’inerzia.Il web marketing è uno dei maggiori esclusi, in questo senso. Ed è uno dei motivi per cui dall’ultimo studio della ricerca dell’Osservatorio sulla SocialMediAbility delle Aziende Italiane emerge quanto segue:

Un quarto delle imprese esaminate non ha un sito web, percentuale che sale al 33.2% per le aziende di piccole dimensioni e arriva al 46.3% per le imprese che operano nel B2B. Se le banche hanno quasi tutte una presenza in almeno un canale social, così non è nella moda con il 25% che non ha alcuna presenza sui social, percentuale che per le aziende alimentari passa al 32.7% per toccare l’80.2% nel B2B. Anche la dimensione aziendale, oltre al settore di appartenenza, sembra fare la differenza con le imprese di grandi dimensioni ad avere decisamente una maggior presenza sui social rispetto a medie e piccole.
(fonte)

“No, ma noi ce la caviamo con il passa parola”, “Ma i clienti da noi arrivano comunque da sempre”, “No, il nostro settore non è adatto a queste cose”, “No, non ho tempo di seguire anche questa!”, “No, sono troppi soldi, non ne vedo l’urgenza”. Sono solo alcune delle frasi con cui si blocca la crescita di un’azienda, ancorandola a vecchie convinzioni, ormai superate. Basterebbe ascoltare, provare a incuriosirsi e mettere in discussione la propria identità.

Nulla deve essere rinnegato. Tutto deve essere rinnovato. Strategicamente.

Creare un sito web strategico, avviare un’attività di promozione online con campagne di advertising e di content marketing, imparare a misurare i propri investimenti nelle attività web, avere una strategia di marketing offline e online da applicare con costanza e professionalità, magari investendo in formazione o su figure esterne, è un salto che molte aziende familiari non fanno. E non lo fanno perché il retaggio culturale di chi quelle aziende le ha fondate, pesa molto, nel bene e nel male.E quale migliore occasione per evolvere, se non quella del passaggio generazionale?

Un figlio che prende in mano l’attività di famiglia, può e deve farla diventare la sua attività. Deve innestare elementi di novità, di curiosità, di crescita, di innovazione sul terreno fertile e sicuro dell’esperienza.

Rinnovare la propria immagine online e offline, a seguito si spera di un nuovo piano di business di rilancio, può permettere ad un’azienda di rinnovarsi rigogliosa, con nuove luci e nuove prospettive. Permette di ammantarsi di una nuova identità, assumere una struttura moderna mantenendo un cuore antico.

Il web marketing è potenzialmente molto proficuo per tutti i settori merceologici, per le attività di ogni dimensione e natura e si presta come nulla allo storytelling, a raccontare la storia delle persone e delle aziende. E quali aziende, se non quelle passate di generazione in generazione, hanno un vera storia da raccontare?È questo quello a cui si dovrebbe puntare principalmente: raccontare la propria storia e contemporaneamente raccontare la propria nuova identità. Mettere in evidenza la vicinanza dei vecchi e dei nuovi elementi. Far innamorare le persone del vostro piccolo mondo prezioso.

Ma non lasciate le cose al caso, non improvvisate la strategia e tanto meno la creazione dell’immagine del vostro brand.

Fatevi consigliare. Disegnate una strategia comunicativa con canali efficaci e un’immagine coordinata rinfrescata e coerente con la nuova natura aziendale, appoggiandovi a chi fa di mestiere proprio questo, oppure partecipando a corsi di formazione seri che vi aiutino a diventare autonomi. Investite in strumenti di promozione ponderati e date alla vostra attività un’identità riconoscibile, coerente con il passato, ma che punti al futuro e al rinnovamento.

Non pensate che queste “non siano cose per voi” solamente perché non sono mai state incluse all’interno della quotidianità di chi ha gestito l’attività per tanti anni.

Siete unici, all’interno di un flusso molto prezioso che non va dimenticato.

Ditelo a tutti! E credeteci profondamente

Chi sono

Sono Ylenia Vernucci, vivo a Torino e lavoro con tutta Italia. Sono una freelance e mi occupo di copywriting, identità di brand e siti web.
Amo scrivere, insomma.
In codice e non.

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